sabato 20 dicembre 2008

TRA CIELO E TERRA… EROI NATALIZI


Incantano con la dolcezza del viso e la vivacità negli occhi, grandi, potenti, pieni di luce eterna, puri e specchio dell’umanità di Dio…
Ma chi sono gli angeli? Molti hanno provato a porsi questa domanda e cercare una risposta, Dante affronta l’argomento nel ventitreesimo canto del paradiso, sei secoli dopo Bulgakov (filosofo, teologo e scrittore russo) scrive La scala di Giacobbe e Rilke (poeta e scrittore austriaco) le Elegie duinesi, Klee (pittore tedesco 1879- 1940) con l’angelica leggerezza dei suoi disegni ne suggerisce la presenza misteriosa.

La teologia cattolica sostiene che sono mediatori tra cielo e terra, esecutori della volontà divina, come scrive il nuovo catechismo, voluto da Papa Wojtyla: “L’esistenza degli esseri spirituali, incorporei è una verità di fede”. Solo tre hanno un nome, gli Arcangeli:

Michele, etimologicamente "Grandezza di Dio", è a capo delle schiere celesti. È lui che scaraventò Lucifero lontano dal Paradiso.

Gabriele, "Forza di Dio", si suppone lottò con Giacobbe (lotta con Dio, Genesi cap.32), apparve alla Vergine Maria, annunciandole la nascita di Gesù.

Raffaele, "Salvezza di Dio", è citato nel libro di Tobia, spesso viene identificato come l'angelo custode per eccellenza.

Non si conosce il loro numero preciso, si pensa che siano innumerevoli, rispettano una gerarchia che Areopagita, filosofo neoplatonico, ha classificato in tre ordini (il tre è la chiave dell’universo pitagorico ed è il simbolo di Dio). Serafini, Cherubini e Troni fanno parte della prima triade e sono i più vicini a Dio; nella seconda sono presenti le Dominazioni, le Virtù e le Potenze; nella terza Principati, Arcangeli e Angeli sono prossimi agli uomini. Se si osserva la cupola del Battistero di Firenze (nella foto) la nostra fantasia trova un’immagine a cui rifarsi.
Io non ho la minima idea di quanti siano gli angeli e se siano ordinati gerarchicamente in schiere, né me ne faccio un problema, a dir la verità, ma in quanto cristiana, ovviamente, credo nella loro esistenza. Voi invece cosa ne pensate, esistono veramente questi esseri inspiegabili?

martedì 16 dicembre 2008

L'attività ludica incoraggia o inibisce alcune abilità nei maschi e nelle femmine

Becky Francis, professore di pedagogia alla Roehampton University, ha guidato infatti uno studio dal titolo Gender, Toys and Learning, («Genere, giocattoli e apprendimento»), intervistando i genitori di 60 bambini dai tre ai quattro anni sul gioco preferito dai figli, esaminando l'offerta dei negozi del settore e individuando un divario crescente tra femmine e maschi nella tipologia dei giochi. […] Ciò influisce inevitabilmente sul potenziamento di alcune capacità (o viceversa): le bambole stimolano le abilità comunicative e introspettive, l'altruismo e la cura, mentre le costruzioni sollecitano la manualità e aiutano a risolvere i problemi. […]

Uno studio del 2005 della professoressa Melissa Hines della Cambridge University evidenziava infatti che i giovani primati, se lasciati in una stanza piena di giochi, si indirizzano naturalmente a seconda del genere, manifestando i maschi una preferenza verso le macchinine e le femmine verso giochi morbidi o bamboline.

E l'industria ludica orienta sempre di più questa diversità, rafforzandola. Si può dire che le differenze di genere, nel mondo infantile, sono oggi molto più pronunciate rispetto ai decenni passati. […] La responsabilità non è però solo dei produttori, ma anche dei genitori, che hanno la naturale quanto spesso inconscia attitudine a seguire un sentiero già tracciato nella scelta dei giocattoli e nella crescita dei figli, suggerendo tacitamente un ruolo e un comportamento fin dai primi anni di vita.

Emanuela Di Pasqua
16 dicembre 2008

COMMENTO

Questo articolo sostiene che i maschi e le femmine hanno attitudini diverse per natura, questo porta ad uno sviluppo maggiore di alcune facoltà nei primi e altre nelle seconde, aggiungerei però che ci sono le dovute eccezioni, infatti io per esempio da piccola odiavo le bambole, mi divertivano molto invece le piste con le macchinine. Fin Qui posso capire, ma quello che mi fa pensare è il fatto che questo fenomeno si sia rafforzato negli anni, sarebbe stato molto più logico che con la parità dei sessi sia andato attenuandosi, ormai ogni attività, sport, impiego, professione ecc… è aperto e praticato da entrambi i sessi. Voi cosa ne pensate?
”anche dei genitori, che hanno la naturale quanto spesso inconscia attitudine a seguire un sentiero già tracciato nella scelta dei giocattoli e nella crescita dei figli, suggerendo tacitamente un ruolo e un comportamento fin dai primi anni di vita.” Siete d’accordo con questa frase? Credete che i vostri genitori vi abbiano in qualche modo condizionato nel segiure un sentiero già tracciato?

venerdì 5 dicembre 2008

LA MODA DI FACEBOOK



Ma cos’è facebook? Perché è tanto usato? Parlare, confidarsi e comunicare è davvero più facile?
Facebook può essere considerato un contenitore di miliardi di briciole di vita, creato con lo scopo principale di far mantenere i contatti tra studenti di università e licei di tutto il mondo, adesso è diventato una rete sociale che permette il proprio uso a tutti gli utenti di internet, viene usato principalmente per amicizia e divertimento, ma spesso risulta utile anche nel campo lavorativo, è ottimo per mantere rapporti con amici lontani, specialmente se stranieri, nonchè un’ottima “agenda” per organizzare eventi, serate, cene e quant’altro.
Secondo me, il grandissimo fenomeno di facebook esprime un bisogno di socializzazione e vicinanza emotiva con tutte le persone con cui è possibile comunicare, questo rende facebook aperto, chi vi partecipa investe ingenuamente nelle relazioni, toglie spazio ad altre attività per dedicarsi alla comunicazione con gli altri, ma spesso rimane deluso per questo molti smettono di usare facebook. L’amicizia su facebook è un simulacro, abbiamo veramente tanti amici quanti ce ne sono nella nostra lista amici? Quando si è bambini e qualcuno fa la fatidica domanda “vuoi giocare con me?” si è liberi di rispondere di no, ma adesso da adulti come si fa a rifiutare qualcuno che ti chiede di diventare amico?
Spesso facebook fa anche perdere tempo, infatti quando ci si collega non si resta in linea “solo mezz’oretta”, i test, per quanto stupidi, sono come una droga.
Si potrebbe usare facebook anche per comunicare notizie interessanti (di economia, politica, società) o far riflettere le persone su problemi seri, ma chi lo fa?
Non è una critica a chi ci resta, sicuramente c’è il modo di restare lì senza farsi prendere dal narcisismo, senza farsi intrappolare, divertendosi con leggerezza e ironia…
Voi cosa ne pensate? Perché usate facebook? Lo trovate utile? Giudicate veri i rapporti che costruite?

Ely